03/04/11
Sonic Warfare: il futuro del suono
Steve Goodman (AKA Kode9) famoso produttore nella scena Dubstep e propietario della casa discografica Hyperdub Records, ma pochi lo conoscono come "filosofo" della musica, docente di cultura musicale alla University of East London e membro del CCRU (Cybernetic Culture Research Unit).
Nel Dicembre del 2009 pubblica Sonic Warfare: Sound, Affect, and the Ecology of Fear, edito dal MIT (Massachusets Institute of Technology), dove studia come la musica, o il suono in genere, incida sull'umore, le azioni e il pensiero delle persone, e come tale strumento possa essere utilizzato come arma.
“Sound can be deployed to produce discomfort, express a threat, or create an ambiance of fear or dread—to produce a bad vibe. Sonic weapons of this sort include the “psychoacoustic correction” aimed at Panama strongman Manuel Noriega by the U.S. Army and at the Branch Davidians in Waco by the FBI, sonic booms (or “sound bombs”) over the Gaza Strip, and high-frequency rat repellents used against teenagers in malls.”
MIT Press
Il libro si basa sul concetto che il Sonic Warfare è la nostra normalità ambientale, è talmente intrinseco nel nostro background che neppure ci accorgiamo della sua esistenza.
(Cit. intervista a PitchFork)
In questo libro di 240 pagine descrive come il suono possa essere utilizzato per incutere timore, creare disagio, disturbare e come quest'aspetto sia stato e possa essere trasformato in armi non letali. Il suo concetto di arma sonora è qualcosa che influisce sulle sensazioni e sul comportamento, che questo sia violenza, dolore, piacere, inganno, inquietudine o paura.
Descrive inoltre come la cultura musicale, come ogni altra forma d'arte, sia innegabilmente legata al periodo storico ed alla situazione sociale e quindi controllabile.
Propone infine il concetto di "unsound": tutti quei suoni che il nostro orecchio non è in grado di percepire (frequenze troppo alte o troppo base), tutti quei suoni ancora non "sintetizzati", l'evoluzione della cultura musicale in "cultura della vibrazione", come questi elementi possano incidere sul comportamento umano e quindi essere utilizzati come arma o per il controllo di massa.
Interessante anche il suo pensiero sul mondo musicale elettronico italiano:
"Non sono sicuro che l’Italia sia oggi all’avanguardia per quanto riguarda la musica elettronica. In Italia ho incontrato molti organizzatori di eventi ambiziosi e interessanti ma sembra che stiamo sempre nuotando contro la marea dell’apatia degli ascoltatori."
(Cit. intervista a Wired)
Possiede anche un blog sull'argomento.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Ottimo post Mos!
RispondiElimina